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immagine dal web

“Cresciuto in oratorio”, promossa con il sostegno di Regione Lombardia, è un’iniziativa che, da gennaio a maggio, ha ribadito il ruolo centrale degli oratori nella società come istituzioni educative fondamentali per la crescita dei ragazzi nel corpo e nello spirito, palestre della società del futuro. È stata voluta da Odielle, gli oratori della Lombardia. Il responsabile del coordinamento di Odielle (Oratori diocesi lombarde), don Samuele Marelli, spiega che «c’è consapevolezza della bellezza e importanza degli oratori. Luoghi dove le relazioni hanno tre caratteristiche: sono gratuite, costanti nel tempo e sintetiche, nel senso che sono in grado di fare sintesi della nostra persona, non partono da aspetti periferici. E la qualità della vita spesso deriva dalla qualità e dallo spessore delle relazioni».

 

“Cresciuto in oratorio” è stata sostenuta da diversi testimonial, celebri e non, che hanno raccontato in video come l’oratorio li abbia formati, aiutandoli a diventare ciò che sono oggi. Tra loro, i calciatori Beppe Bergomi e Manuel Locatelli, la cantante Bianca Atzei, il tennista Corrado Barazzutti, l’attore Giacomo Poretti, i cantautori Davide Van De Sfroos e Omar Pedrini, il presentatore radio e tv Nicola Savino, il pasticcere Iginio Massari. I loro video si trovano su www.cresciutoinoratorio.it. Sulla scia dei testimonial, migliaia di giovani e adulti che frequentano gli oratori hanno raccontato la propria esperienza sul sito ufficiale e su Facebook, creando un grande mosaico di volti e storie che riconoscono il valore dell’oratorio nella loro formazione, rispondendo alle domande “chi ho imparato ad essere?” e “cosa ho imparato a fare?”, in oratorio.

 

Durante l’evento è stato proiettato in anteprima il cortometraggio sugli oratori realizzato da Giacomo Poretti con le immagini che gli sono state inviate da 72 ragazzi lombardi, che hanno voluto raccontare in video la propria storia di oratorio.

«Ho aderito all’iniziativa – ha detto Poretti – perché l’oratorio è stato tra le più belle esperienze della mia vita, era davvero un luogo speciale che mi ha accolto dai 6 ai 13 anni». In oratorio è nata anche la sua passione per la recitazione: «In Lombardia – ha ricordato – ci sono più di 2.300 oratori, più della metà ha una sala cinema o teatro. I miei colleghi Aldo e Giovanni hanno frequentato l’oratorio di Sant’Andrea a Milano e in quel teatrino si sono fatti suggestionare dalla recitazione. Io, da bambino in provincia di Milano, ho incontrato don Giancarlo: amava più il teatro dei Santi e devo a lui l’input per la mia professione. Ogni anno allestiva uno spettacolo con la compagnia dialettale del paese. Sport, teatro, musica sono incontri e semi che nascono in oratorio. Molti ragazzi vedono una sala teatrale solo se vanno in oratorio e lì hanno la possibilità di sperimentarsi».

Commentando il filmato realizzato con i 70 contributi degli oratori, ha detto: «Definire qualcosa “oratoriana” allude alla mancanza di professionalità e a ingenuità, ma è l’aspetto forse più bello che ho rilevato nei filmati. Tutti i 70 e più video dicono la stessa cosa: l’amore, l’adesione e l’appartenenza al proprio oratorio». Una passione che vale, ha aggiunto, «oggi più dei miei tempi, quando l’oratorio era l’unico posto dove andare: adesso il mondo è cambiato e le famiglie prediligono iscrivere figli a decine di corsi, hanno un’agenda incredibile. I genitori impazziscono per l’inglese: all’asilo fanno il corso di inglese, alle elementari il corso di inglese, alle medie il corso di inglese, le vacanze in Inghilterra. Ma l’inglese non è una panacea… anche Trump sa l’inglese, eppure…», ha concluso sorridendo.

dal sito : http://www.chiesadimilano.it

 

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